Alberto si era iscritto alla maratonina di Cittadella e io non avevo tanta voglia ... ma più si avvicinava il 27 dicembre mi dicevo "vado, non vado? ... vado, non vado?" ... alla fine vado, optando però per la non competitiva che non faceva il medesimo percorso. Giornata orribile oggi, un 27 dicembre da brividi: nebbia fitta, umidità e temperatura che mai si alzerà oltre i 2 gradi. E si sente da subito. Scesi dal caldo tepore della macchina è una morsa stretta e gelida quella che si avviluppa al viso e alle mani, insinuandosi fin dentro scarpe e sotto i vestiti. Alberto, mio figlio Loris e io assolviamo all'obbligo delle iscrizioni e ritiro pettorali e dopo un veloce caffè decido di partire in una bellissima cornice mediovale e dall'organizzazione impeccabile.
Dalle mura cittadellesi si passava immediatamente tra campi e vigneti stradine strette dei paesini attorno a Cittadella e qualche villa veneta, allevamenti e varie aziende agricole. In un continuo zigzagare a destra o sinistra, schivando i tanti camminatori, fermandosi ai fornitissimi ristori (al 17° addirittura la cioccolata calda!) e salutando i molteplici volontari rieccomi in centro al paese tenendo la media di 6' al km. E dopo il ristoro mi concedo il lusso di aspettare i miei "uomini".... ecco infatti la foto di mio figlio, di nero vestito, agli scatti finali di un meritatissimo personal best!
domenica 27 dicembre 2015
domenica 22 novembre 2015
Una domenica in mezzo al bosco
Dopo un novembre anormale per il gran caldo ecco finalmente il primo freddo: temperature mattutine prossime allo zero e girando lo sguardo verso le prealpi il primo spruzzo di neve. Come la natura ci sorprende in questo repentino cambio di stagioni! ... e come noi sappiamo sorprenderla nel nostro piccolo uscendo il mattino per 18 km a correre in un bosco collinare. Mani fredde e naso rosso, brividi sulle spalle nei primi km, mentre giro tra le case addormentate con i loro camini fumanti e i cani accucciati spalle al muro.
L'idea oggi era quella di seguire il percorso della gara di S. Caterina in programma per la prossima domenica nella sua 25° edizione ma qualcosa è andato storto nella discesa di Via Lierza ... anche la mia memoria non è più quella di un tempo! Improvviso saltando in mezzo ai campi un piccolo rivolo e subito riconosco il sentiero per la risalita in Via Cucco. L'esperienza di camminare e correre spesso in questi sterrati ha dato i suoi frutti.
E continuo in sentieri che conosco meglio tra alberi dalle tonalità gialle e rosse, mentre calpesto le troppe foglie spolverate dal freddo vento di ieri sera e che mi ricordano un tappetto scricchiolante. Qualche bici lungo le strade asfaltate e in lontananza il classico rumore dei cacciatori poi nessuno. Rientro in discesa con in fronte le montagne la cui neve brilla al sole che gioca ancora con nuvole minacciose di pioggia.
L'idea oggi era quella di seguire il percorso della gara di S. Caterina in programma per la prossima domenica nella sua 25° edizione ma qualcosa è andato storto nella discesa di Via Lierza ... anche la mia memoria non è più quella di un tempo! Improvviso saltando in mezzo ai campi un piccolo rivolo e subito riconosco il sentiero per la risalita in Via Cucco. L'esperienza di camminare e correre spesso in questi sterrati ha dato i suoi frutti.
E continuo in sentieri che conosco meglio tra alberi dalle tonalità gialle e rosse, mentre calpesto le troppe foglie spolverate dal freddo vento di ieri sera e che mi ricordano un tappetto scricchiolante. Qualche bici lungo le strade asfaltate e in lontananza il classico rumore dei cacciatori poi nessuno. Rientro in discesa con in fronte le montagne la cui neve brilla al sole che gioca ancora con nuvole minacciose di pioggia.
domenica 15 novembre 2015
Cimetta di Codognè
Dopo un sacco di tempo e aver passato tanti allenamenti, la maratona di Venezia e altre gare amatoriali, mi vien voglia di riscrivere di qualche emozione domenicale. Il tempo stamattina dopo tanto tempo di caldo anomalo si è presentato con una umidità che stranamente non prevedeva nebbia e Cimetta era bardata a festa per una gara arrivata alla 37° edizione. Sono partita prima per affrontare i miei 20 km, e non avevo voglia di aspettare le 9.00 e inoltre Alberto voleva sfidare al massimo il percorso dei 10. Questa scelta mi ha dato la possibilità di trovarmi quasi sempre da sola lungo il tragitto e spesso in "prima" posizione che mi ha fatto notevolmente sorridere tra me e me. Alla fine ho pensato che trovarsi davanti in una gara per quanto piccola, proiettati per una vittoria al traguardo sia molto esaltante .... ma non è sicuramente un mio problema! Il percorso si allungava tra Cimetta, Codognè, Godega di S. Urbano e Bibano tra campi e vigneti saltando a più riprese l'autostrada su asfalto e piste ciclabili e con ristori forniti nei canonici 5 km. Tutto sommato è stata divertente nonostante negli ultimi km abbia accusato un pò di stanchezza. Concludo dicendo che spero di aver voglia di scrivere ancora trovando il tempo neccessario ... aspetto la prossima domenica.
domenica 21 giugno 2015
Trail dei 3 Comuni: Cison Follina Miane
Ecco una corsa che merita un post: 30 km di corsa in montagna dietro casa! Una gara tosta con partenza nel comune di Follina, famoso per la storica abbazia, per poi salire, dopo aver passato il bellissimo centro di Cison, verso i sentieri che portano a Praderadego, Malga Canidi, Malga Mont e scendere a Miane.
Schivato il castello di Cison, si sale per la via Altinate e si imbocca il sentiero 1070 che tra alberi, sassi e panorami da cartolina ci conduce alla Croda Rossa e poi sempre più sù, assaporando quegli odori che solo un bosco di montagna ti sà dare con il suo humus di terra bagnata, erbe e fiori dai profumi originali ora intensi ora dolci, ginepri o pini che ti entrano nelle narici aprendo i polmoni. Uscendo sulla strada asfaltata ecco il ristoro alla casa degli alpini di Praderadego e qua ci aspetta forse il tratto più impegantivo: il sentiero dei mirtilli. Non ho neanche guardato quanto fosse lungo per non prendere paura! Una pendenza del circa 20% di sassi che ti fà facilmente il fiato corto e il sudore abbondante nonostante l'aria che si respiri sia già fresca di montagna. Si arriva a Malga Canidi e un nuvolone che ci sovrasta abbassa la temperatura: maniche corte e sudore ghiacciato, stanchezza tanta e ginocchia doloranti ma il paesaggio che si scorge nei pascoli aperti è fenomenale! Il tutto mi accompagna fino a Malga Mont dove, rifiutando l'ombretta di vino al ristoro, corro dietro il sentiero della croce iniziando la discesa tecnica che mi massacra le gambe già provate. Corri, frena, salta la radice, attenta al sasso scivoloso e ricorri: non so quanto è durato fino al ristoro dell'agriturismo al Carmine ... ma mai così contenta di vedere un ristoro! Facendo qualche conto capisco che mi manca poco e soprattutto da Miane a Follina dovrebbe essere tutta discesa. Dovrebbe! Non ho fatto i conti con gli organizzatori, che per evitare la strada principale, ci fanno passare in mezzo a campi e case, in salite e discese che hanno un sapore disumano! 4 o 5 km così ma quando sento la musica e la voce di Maurizio Forner, speaker della gara, sò che sono arrivata e con un tempo di 4 ore e 45 minuti passo finalmente di traguardo di una gara col suo dislivello di 1700 metri, bei sentieri, bei paesaggi e ... sano divertimento!
Schivato il castello di Cison, si sale per la via Altinate e si imbocca il sentiero 1070 che tra alberi, sassi e panorami da cartolina ci conduce alla Croda Rossa e poi sempre più sù, assaporando quegli odori che solo un bosco di montagna ti sà dare con il suo humus di terra bagnata, erbe e fiori dai profumi originali ora intensi ora dolci, ginepri o pini che ti entrano nelle narici aprendo i polmoni. Uscendo sulla strada asfaltata ecco il ristoro alla casa degli alpini di Praderadego e qua ci aspetta forse il tratto più impegantivo: il sentiero dei mirtilli. Non ho neanche guardato quanto fosse lungo per non prendere paura! Una pendenza del circa 20% di sassi che ti fà facilmente il fiato corto e il sudore abbondante nonostante l'aria che si respiri sia già fresca di montagna. Si arriva a Malga Canidi e un nuvolone che ci sovrasta abbassa la temperatura: maniche corte e sudore ghiacciato, stanchezza tanta e ginocchia doloranti ma il paesaggio che si scorge nei pascoli aperti è fenomenale! Il tutto mi accompagna fino a Malga Mont dove, rifiutando l'ombretta di vino al ristoro, corro dietro il sentiero della croce iniziando la discesa tecnica che mi massacra le gambe già provate. Corri, frena, salta la radice, attenta al sasso scivoloso e ricorri: non so quanto è durato fino al ristoro dell'agriturismo al Carmine ... ma mai così contenta di vedere un ristoro! Facendo qualche conto capisco che mi manca poco e soprattutto da Miane a Follina dovrebbe essere tutta discesa. Dovrebbe! Non ho fatto i conti con gli organizzatori, che per evitare la strada principale, ci fanno passare in mezzo a campi e case, in salite e discese che hanno un sapore disumano! 4 o 5 km così ma quando sento la musica e la voce di Maurizio Forner, speaker della gara, sò che sono arrivata e con un tempo di 4 ore e 45 minuti passo finalmente di traguardo di una gara col suo dislivello di 1700 metri, bei sentieri, bei paesaggi e ... sano divertimento!
venerdì 5 giugno 2015
gare in montagna: che faticaccia!
Il fine settimana scorso è stato caratterizzato da due gare di montagna consecutive: la prima il 31 maggio a Rocca d'Arsiè sul lago del Corlo e la seconda, un classico del 2 giugno, 'ndar e tornar dal Doc a Milies.
Nel primo caso ero alla prima partecipazione e devo dire che ne sono rimasta entusiasta: bella location, ottima organizzazione e straordinario percorso. Circumnaviga, con saliscendi a volte impegnativi, tutto il lago del Corlo in uno splendido mozzafiato montano tra cascate, scorci di blu profondo del lago, profumi tipici del bosco e villagi abbandonati per ultimare con il passaggio sopra la diga. Chiusa in 2 ore e 30 non con poca difficoltà negli ultimi km con tratti d'asfalto e sotto il sole ma mi ha regalato la soddisfazione di aver ultimato una bellissima gara di montagna.
'Ndar e tornar dal Doc è invece un giro da 13 km di cui metà di salita fino a Malga Doc e altrettanti in discesa tecnica fino al rientro al punto di partenza. Anche qui una faticaccia in una salita, pur sempre corribile con la sua pendenza al 10%, che si inerpica nel bosco tra malghe, allevamenti pure di cavalli, profumo di erba tagliata di fresco e che nel punto più alto ti regala la visione di un bellissimo paesaggio, nella parte destra e sinistra delle valli sottostanti. In discesa ciò che si nota immediatamente è la variazione di pendenza con l'aumento di temperatura! Il vento e il fresco dell'alpeggio lasciano posto gradatamente al caldo e l'afa di questi giorni di giugno. Arrivo in un'ora e 45, forse migliorando di qualche minuto rispetto alle passate edizioni.
Nel primo caso ero alla prima partecipazione e devo dire che ne sono rimasta entusiasta: bella location, ottima organizzazione e straordinario percorso. Circumnaviga, con saliscendi a volte impegnativi, tutto il lago del Corlo in uno splendido mozzafiato montano tra cascate, scorci di blu profondo del lago, profumi tipici del bosco e villagi abbandonati per ultimare con il passaggio sopra la diga. Chiusa in 2 ore e 30 non con poca difficoltà negli ultimi km con tratti d'asfalto e sotto il sole ma mi ha regalato la soddisfazione di aver ultimato una bellissima gara di montagna.
'Ndar e tornar dal Doc è invece un giro da 13 km di cui metà di salita fino a Malga Doc e altrettanti in discesa tecnica fino al rientro al punto di partenza. Anche qui una faticaccia in una salita, pur sempre corribile con la sua pendenza al 10%, che si inerpica nel bosco tra malghe, allevamenti pure di cavalli, profumo di erba tagliata di fresco e che nel punto più alto ti regala la visione di un bellissimo paesaggio, nella parte destra e sinistra delle valli sottostanti. In discesa ciò che si nota immediatamente è la variazione di pendenza con l'aumento di temperatura! Il vento e il fresco dell'alpeggio lasciano posto gradatamente al caldo e l'afa di questi giorni di giugno. Arrivo in un'ora e 45, forse migliorando di qualche minuto rispetto alle passate edizioni.
martedì 3 marzo 2015
Treviso marathon: la libertà delle emozioni
Stamattina ero al lavoro da sola e mi son sorpresa a pensare alla appena passata maratona di Treviso. Dalla partenza ai flash del percorso: un insieme di fotogrammi che creavano un puzzle di persone, colori, saluti, sorrisi, canzoni .... A Conegliano, luogo dello start, un inizio scoppiettante tra barzellette e risate con gli amici di sempre per stemperare l'attesa in mezzo ad un turbinio di persone e rumori, odore di caffè e canfora e gli auguri di tutti e per tutti per una buona corsa con la presenza di mio figlio Loris che fino allo scorso anno non scommetteva sulla sua partenza.
Allo sparo il serpentone di 1.600 atleti invade Conegliano per poi inevitabilmente svuotarlo alla volta di S. Lucia: rivedo colleghi e amici, saluto conoscenti e nipoti, sorrido ai tanti applausi ... è così facile sentirsi al centro dell'attenzione pur in mezzo a così tanta gente! Sento l'incessante speaker Alex Geronazzo e mi trovo al ponte della Priula bardato a festa, e qui realizzo la presenza di due vesciche che non abbandoneranno più. Passo Arcade e Povegliano, Villorba e Fontane animato dai vari gruppi podistici e canori, colori e rumori che si intervallano alla tranquillità dei vigneti e campagne. Piccolo tratto sulla statale 13 ed entrata in città attorno ai monumenti, vie del centro e piazza dei Signori ... 300 metri e arrivo in 4:53.
Mi vien da pensare che la corsa è simile ad un viaggio lungo e breve come una vita dove si parte e si arriva, si soffre e piange oppure si sorride e gioisce, si impara, si discute e si consolida un'amicizia e davanti al traguardo non sembra che la strada sia stata così lunga. E' un insieme di emozioni positive o negative che rendono speciale tutto ciò che abbiamo passato perchè ognuno di noi sa che sono individuali e che ci rendono liberi perchè sono tra quelle cose che nessuno ci potrà mai portare via. Le emozioni rendono la nostra vita degna di essere vissuta e nello stesso tempo ci regalano la libertà!
Allo sparo il serpentone di 1.600 atleti invade Conegliano per poi inevitabilmente svuotarlo alla volta di S. Lucia: rivedo colleghi e amici, saluto conoscenti e nipoti, sorrido ai tanti applausi ... è così facile sentirsi al centro dell'attenzione pur in mezzo a così tanta gente! Sento l'incessante speaker Alex Geronazzo e mi trovo al ponte della Priula bardato a festa, e qui realizzo la presenza di due vesciche che non abbandoneranno più. Passo Arcade e Povegliano, Villorba e Fontane animato dai vari gruppi podistici e canori, colori e rumori che si intervallano alla tranquillità dei vigneti e campagne. Piccolo tratto sulla statale 13 ed entrata in città attorno ai monumenti, vie del centro e piazza dei Signori ... 300 metri e arrivo in 4:53.
Mi vien da pensare che la corsa è simile ad un viaggio lungo e breve come una vita dove si parte e si arriva, si soffre e piange oppure si sorride e gioisce, si impara, si discute e si consolida un'amicizia e davanti al traguardo non sembra che la strada sia stata così lunga. E' un insieme di emozioni positive o negative che rendono speciale tutto ciò che abbiamo passato perchè ognuno di noi sa che sono individuali e che ci rendono liberi perchè sono tra quelle cose che nessuno ci potrà mai portare via. Le emozioni rendono la nostra vita degna di essere vissuta e nello stesso tempo ci regalano la libertà!
domenica 9 novembre 2014
Sotto la pioggia
Forse mi ripeto, cioè sono costretta a ripetermi visto che il fattore dominante di questi giorni è la pioggia: serale o diurna, incessante, prepotente o distruttiva o lenta con brevi momenti di respiro ma sempre umida. E anche stamattina era già presente alle sette in un clima non necessariamente freddo tanto che sono uscita in maniche corte per il mio lungo da 30 km. Il percorso previsto era pianeggiante seguendo le colline che contornano paesini trevigiani come Solighetto, Soligo, Farra di Soligo e Sernaglia della Battaglia per poi finire a Falzè di Piave e rientro a casa. Le strade sono asfaltate e per brevi tratti in piste ciclabili ma sempre parallele o distaccate dalla strada principale in mezzo a campi o prati animati dai tradizionali cacciatori o sfruttando marciapiedi che stamani risultano ovviamente deserti.
Un viaggio che dura quasi 3 ore, protetta da un cappellino ma completamente bagnata fin nei calzini, sempre da sola in un silenzio di case addormentate con la compagnia dei miei pensieri, qualche sparo di cacciatori e le campane che chiamano a messa ... così sono a casa e sotto una calda doccia e con un'ottima centrifuga ananas e agrumi ritrovo le forze.
Un viaggio che dura quasi 3 ore, protetta da un cappellino ma completamente bagnata fin nei calzini, sempre da sola in un silenzio di case addormentate con la compagnia dei miei pensieri, qualche sparo di cacciatori e le campane che chiamano a messa ... così sono a casa e sotto una calda doccia e con un'ottima centrifuga ananas e agrumi ritrovo le forze.
Iscriviti a:
Post (Atom)